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Ernia del disco: sintomi, cause e trattamento

L’ernia del disco è una patologia molto specifica della colonna vertebrale che si verifica con la fuoriuscita di una parte del nucleo polposo contenuto nel disco. 

Soprattutto in Occidente è una patologia così tanto diffusa che le persone tendono a pensare all’ernia appena sentono un po’ di mal di schiena. Infatti alcune fonti dicono che addirittura 4 italiani su 5 avranno a che fare con una discopatia durante la loro vita. 

È sbagliato però pensare che la causa del mal di schiena sia sempre l’ernia del disco. L’ernia comporta sintomi e disturbi quando, fuoriuscendo, va a comprimere dei nervi e spesso i sintomi sono irradiati a distanza rispetto al punto dove si trova l’ernia, verso il braccio o verso l’arto inferiore. Quindi per esempio, la comune lombalgia (dolore alla parte lombare della colonna vertebrale) non sempre e non per forza è causata da un’ernia. 

Nei prossimi capitoli di questo articolo vediamo quali sono le caratteristiche che contraddistinguono l’ernia spinale, quali sono le cause, i sintomi e come può essere curata. 

MITI DA SFATARE SULL’ERNIA DEL DISCO

mal di schiena lombare o lombalgia

Prima di vedere cos’è l’ernia del disco e come si può curare, vogliamo sfatare alcuni miti purtroppo molto diffusi nell’opinione comune e del tutto errati. Eccoli qui:

  • Prima di tutto, l’ernia non si può “spingere in dentro” attraverso il trattamento manuale. Molte persone sono convinte di questo, ma anatomicamente è impossibile farlo! Ci sono però altre strategie per ridurre la protrusione e quindi la compressione sulle radici nervose. 
  • L’ernia del disco non si cura soltanto con il trattamento chirurgico. Tutt’altro! L’operazione è l’ultima spiaggia, sono molti di più i casi di ernia risolta con la fisioterapia e la terapia antalgica  e – non ci crederete – con la guarigione spontanea, che è assolutamente frequente. 
  • il problema dell’ernia non è tanto l’ernia in sé ma i sintomi che provoca se va a comprimere un nervo. Infatti esistono anche molte ernie dette asintomatiche, che ci sono ma non provocano alcuna spiacevole conseguenza. In quel caso non serve alcun trattamento. Molti potrebbero avere un’ernia asintomatica e non saperlo nemmeno.

COS’È L’ERNIA DEL DISCO

Tutti sappiamo che la colonna vertebrale è composta dalle vertebre, ovvero 33 ossa messe una sopra l’altra che racchiudono e proteggono il midollo spinale. 

Oltre a sostenere il corpo e proteggere il midollo, la colonna vertebrale deve anche essere flessibile per consentire il movimento di tutta la schiena. Per questo, le vertebre si articolano fra di loro tramite le faccette articolari posteriori e  tra una vertebra e l’altra ci sono dei cuscinetti, che attutiscono i colpi e permettono alle vertebre di avere un po’ di flessibilità. 

Questi cuscinetti si chiamano dischi intervertebrali e sono composti da due parti: il nucleo polposo, che sta all’interno e si può immaginare come una massa gelatinosa (è composto da acqua all’88%) e l’anello fibroso, che circonda e avvolge il nucleo. 

Quando, per vari motivi, l’anello fibroso si fessura, il nucleo al suo interno tende ad uscire. Ecco che si verifica un’ernia discale, più o meno grande in base alla fuoriuscita di materiale discale.  

Ogni vertebra della colonna vertebrale è identificata e riconosciuta con una lettera ed un numero. Le vertebre cervicali sono indicate con la lettera “C” e sono 7, poi ci sono 12 vertebre toraciche “T”, 5 vertebre lombari, indicate con “L” e 5 vertebre sacrali. Per questo sui referti medici gli specialisti individuano le ernie con questo sistema: 

L4-L5: in questo caso il disco intervertebrale con l’ernia è quello compreso fra la quarta e la quinta vertebra lombare. 

L5-S1: l’ernia è fra l’ultima vertebra lombare e la prima vertebra sacrale. 

C6-C7: l’ernia è nella parte alta della colonna, fra la sesta e la settima vertebra cervicale. 

Può anche capitare che il nucleo fibroso, invece che avere una fessura, si assottigli nel suo spessore. Allora il nucleo tende a spingerlo in fuori e si crea una sporgenza del disco intervertebrale. Qui però non si parla di ernia ma di protrusione discale, oppure bulging o procidenza quando è meno pronunciato.

È fondamentale distinguere le due cose perché, anche se qualche sintomo può essere simile, la protrusione ed il bulging sono meno gravi e si curano in maniera diversa.  

QUALI SONO LE CAUSE DELL’ERNIA DISCALE

la sedentarietà è una causa dell'ernia del disco

L’ernia discale colpisce soprattutto le persone con età compresa fra i 30 e i 55 anni. Dopo i 55/60 anni i dischi intervertebrali tendono a disidratarsi e irrigidirsi. Così hanno meno pressione e meno forza di spingere il nucleo polposo verso l’esterno, ossia verso il nervo spinale.

Quindi, al contrario di quello che si potrebbe pensare, più si invecchia e meno è probabile avere un’ernia del disco che vada incontro ad una risoluzione chirurgica. 

A parte l’età, le cause dell’ernia possono essere differenti, ed anche contrastanti l’una con l’altra. I fattori di rischio più comuni sono questi:

  • Obesità
  • Sedentarietà
  • Lavori usuranti 
  • Postura scorretta
  • Sport usuranti (come il sollevamento pesi)
  • Movimenti scorretti e ripetuti 
  • Sforzi eccessivi 
  • Mancanza di muscolatura profonda 

Più raramente le ernie possono essere una conseguenza di altre patologie, come ad esempio di tumori. 

Oltre a queste principali cause, naturalmente gioca a sfavore la predisposizione. 

Quando lo specialista diagnostica l’ernia discale, non sempre è in grado di dire quale sia la causa perché spesso sono cause molteplici. Ci sono tuttavia delle indicazioni precise su cose da fare e da non fare per la prevenzione, di cui parleremo alla fine dell’articolo. 

ERNIA LOMBARE E ERNIA CERVICALE

paziente con mal di schiena

La colonna vertebrale è divisa in quattro parti: colonna cervicale, colonna dorsale, colonna lombare e osso sacro. 

La parte lombare della colonna è quella sottoposta a maggior carico e di conseguenza le ernie lombari sono in assoluto le più frequenti. 

Anche le ernie cervicali sono abbastanza comuni perché lo zona cervicale è la parte della colonna più mobile, oltre ad essere la parte che soffre di più per posture scorrette. 

Le ernie dorsali invece sono molto più rare, e questa è una fortuna perché sono anche le più difficili da operare. 

Quando l’ernia esce dal disco (“ernia estrusa”) può andare a comprimere le radici nervose che hanno origine dal midollo spinale, il quale si trova all’interno del canale vertebrale. A seconda di quanto è grande l’ernia, di quanto comprime il nervo e di dove si trova si possono generare diversi sintomi. Il dolore può essere acuto e localizzato oppure irradiarsi verso gli arti, superiori o inferiori, oppure anche verso l’addome inferiore e l’inguine, in base a dove si trova l’ernia. 

ERNIA AL DISCO SINTOMI

ernia al disco sintomi

I sintomi più comuni dell’ernia lombare sono il dolore alla parte bassa della schiena, che può irradiarsi e proseguire fino al piede, coinvolgendo anche i glutei, la coscia e la gamba. 

Quando succede questo si parla di sciatalgia (infiammazione del nervo sciatico). 

Esiste anche la cruralgia, che coinvolge il nervo crurale il quale può interessare l’addome inferiore, l’inguine, la faccia anteriore e interna della coscia fino alla parte interna del piede. 

In base a dove il dolore si irradia, lo specialista è già in grado di ipotizzare a che livello vertebrale possa trovarsi l’ernia. 

L’ernia cervicale invece porta dolore soprattutto al collo, alla scapola e alla spalla e può irradiarsi fino a prendere tutto l’arto superiore fino alle dita della mano. Questa irradiazione si chiama brachialgia.

Sia per l’ernia cervicale che per l’ernia lombare la condizione diventa più grave se oltre al dolore si manifestano formicolio, diminuzione o perdita di forza muscolare e di sensibilità agli arti. 

Nei casi più gravi si può arrivare all’ernia paralizzante, ossia alla comparsa di deficit di forza a carico di alcuni gruppi muscolari con difficoltà in alcuni movimenti specifici come ad esempio camminare sulle punte dei piedi oppure sui talloni, nel caso dell’ernia del disco lombare.

Quando lo stesso midollo spinale inizia a soffrire perché è compresso si parla di mielopatia. Questo stato è abbastanza pericoloso perché può presentarsi in assenza di dolore e con sintomi motori e sensitivi che troppo spesso vengono trascurati. Per questo è fondamentale riconoscerla per tempo, prima che i sintomi siano eclatanti e irreversibili. 

Nel caso si verificassero uno o più di questi sintomi è bene rivolgersi ad uno specialista e consigliamo di farlo il prima possibile qualora si presentassero formicolio, perdita di sensibilità o ancora peggio, perdita di forza. 

ERNIA DEL DISCO A CHI RIVOLGERSI 

Dott. Cervellini chirurgo di ernia del disco

A seconda della gravità dell’ernia discale e dei sintomi che si presentano sono tre le figure che possono aiutare il paziente a risolvere il problema e spesso queste figure hanno bisogno di confrontarsi fra di loro. 

Possono occuparsi della cura dell’ernia:

  • il neurochirurgo spinale;
  • l’ortopedico chirurgo vertebrale;
  • il fisiatra o il fisioterapista specializzato in patologie della colonna vertebrale. 

Nel nostro centro visita il neurochirurgo spinale Dott. Patrizio Cervellini, che è uno specialista di importante riferimento per la chirurgia vertebrale nella regione Veneto (vedi qui la sua intervista).

Inoltre, nel team specialistico della colonna vertebrale nel nostro centro, visitano il fisiatra Dott. Pierluigi Castiglione, il Dott. Massimo Magalini osteopata e fisioterapista, il Dott. Guido Blaas (Ozonoterapia) ed il Dott. Eduardo Ruggiero che è anestesista per la terapia del dolore. 

COME VIENE FATTA LA DIAGNOSI

risonanza magnetica colonna lombare

Come per tutte le patologie, la diagnosi dell’ernia discale inizia con la conoscenza del quadro clinico e con il racconto dei sintomi (anamnesi). 

Lo specialista usa poi dei test specifici per effettuare la diagnosi clinica, la quale andrà confermata con l’esame strumentale più idoneo, che in questo caso sarà la Risonanza Magnetica. 

Se si evidenzia un deficit di forza, lo specialista valuterà se consigliare l’esecuzione di una elettromiografia per studiare la conduzione elettrica del nervo e quindi l’eventuale sofferenza neurologica. 

COME CURARE L’ERNIA DEL DISCO

 

Che si faccia una visita con il neurochirurgo o con il fisioterapista, la prima risposta alla domanda “come curare l’ernia del disco”, se non ci sono rilevanti deficit neurologici è sempre il trattamento conservativo: farmaci e fisioterapia. 

Lo stesso chirurgo infatti, dopo la diagnosi invia il paziente ad un fisioterapista, salvo rari casi in cui si presentino specifici sintomi per cui è necessario operare d’urgenza (sindrome della cauda).

Oltre alla terapia farmacologica, compresa anche la terapia antalgica (infiltrazioni mirate), che aiuta molto a gestire il sintomo del dolore anche se non risolve il problema, ci sono molte terapie che sono utili per la cura dell’ernia e che possono riportare il paziente ad uno stato di salute e benessere.

La Laserterapia e la nuova QMR (Q-Fisio) per esempio sono molto utili perché riducono il dolore e l’infiammazione in fase acuta, e preparano il paziente a sostenere altri tipi di terapia. 

L’Ozonoterapia è una delle terapie più consigliate ed efficaci per l’ernia del disco, perché le infiltrazioni di ossigeno-ozono stimolano le difese contro i radicali liberi e, nella pratica, aiutano a ridurre la pressione dell’ernia sulle terminazioni nervose. Se vuoi approfondire l’argomento sull’Ozonoterapia per l’ernia del disco leggi questo articolo. 

Oltre all’Ozonoterapia, nel nostro centro viene usata una metodica particolare e molto efficace di terapia del dolore, che è mirata e poco invasiva. 

Superata la fase acuta, anche la terapia manuale e l’osteopatia possono portare ottimi benefici nella gestione del dolore e dell’impotenza funzionale. Spesso si combinano insieme all’applicazione del kinesio taping: bende adesive elastiche che posizionate in un certo modo esercitano una trazione e riducono il carico fisiologico sulla parte che si vuole curare. 

Infine la rieducazione in sala riabilitativa e l’auto-terapia, ovvero gli esercizi da svolgere a casa su consiglio del fisioterapista, sono due aspetti fondamentali ed imprescindibili per ritornare alla normalità, ossia al ritorno all’attività lavorativa e sportiva e soprattutto per prevenire le recidive. 

Si tratta di una fase particolarmente importante sia per chi riesce a curare l’ernia discale senza intervento sia per chi invece deve ricorrere alla chirurgia. 

Nella nostra sala riabilitativa, utilizziamo una tecnologia progettata dalla NASA che è particolarmente indicata per la riabilitazione della colonna vertebrale. Si tratta della Space Curl 3D, con cui è possibile eseguire degli esercizi molto specifici facendo movimenti a 360 gradi sui tre piani dello spazio, che senza questa tecnologia sarebbe impossibile svolgere.

QUANDO OPERARE L’ERNIA DEL DISCO

A decidere quando operare l’ernia del disco è lo specialista, che solitamente consiglia l’intervento chirurgico in due casi: dopo aver tentato con la terapia conservativa se i sintomi persistono oppure quando si presenta la sindrome della cauda (vera urgenza chirurgica) oppure in caso di ernie paralizzanti irreversibili.

Oggi come oggi, le due tecniche chirurgiche più avanzate per l’asportazione dell’ernia sono la microdiscectomia, che è l’attuale Gold Standard, e l’endoscopia (probabilmente il futuro Gold Standard). 

Entrambi le tecniche permettono di asportare l’ernia vertebrale con un intervento tutto sommato poco invasivo e con un recupero post-operatorio rapido. La microdiscectomia prevede un’incisione di soli 2,5/3 cm e con l’endoscopia assistita l’incisione è ancora minore (circa come il diametro di una matita) e il trauma muscolare è ancora più ridotto. 

Va detto però che l’intervento non elimina la causa per cui il disco intervertebrale si è erniato. Per questo motivo la riabilitazione ed un cambio di abitudini sono indispensabili per evitare la comparsa di recidive di ernia del disco.

CONSIGLI PER PREVENIRE L’ERNIA E LE RECIDIVE

la postura sbagliata può causare l'ernia

Speriamo che questo articolo sia stato d’aiuto per rispondere ad alcuni dubbi sull’ernia del disco, anche se, ci teniamo a dirlo, la diagnosi vera e propria di una patologia va fatta da uno specialista, e non su Google! 

Concludiamo con questa raccomandazione e con alcuni consigli utili su come prevenire l’ernia del disco: 

Praticare attività sportive che rafforzano ma non sollecitano troppo la colonna vertebrale, come il nuoto, il nordic walking o il pilates. 

Evitare di praticare sport che sollecitano invece molto la schiena, soprattutto in modo asimmetrico (es: tennis), con particolare riguardo se si ha già avuto a che fare con un’ernia e c’è il rischio che si ripresenti. 

Fare esercizi specifici per rafforzare la muscolatura profonda e posturale, rivolgendosi ad un fisioterapista per imparare prima ad eseguirli correttamente. 

Molto molto importante: fare riabilitazione dopo aver curato un ernia, per evitare recidive. 

Correggere eventuali posture scorrette, dovute per esempio al lavoro, con della rieducazione posturale ed utilizzando sussidi posturali, possibilmente su consiglio di un fisioterapista di fiducia, perché non tutti quelli venduti sono davvero positivi per la postura.