fbpx
atleta si tiene la coscia per uno strappo muscolare

Lo strappo muscolare: cosa fare subito e cosa non fare

I muscoli sono fatti di fibre e tessuto connettivo. Uno strappo muscolare consiste nella rottura di alcune o, nei casi più gravi, di tutte le fibre e/o la fascia che compongono un muscolo.

Noi ora parliamo dei muscoli scheletrici, quelli che rivestono lo scheletro e che l’essere umano può controllare. Anche il cuore e gli organi interni hanno una parte muscolare ma lo strappo non riguarda quei muscoli.

I muscoli scheletrici sono più di 600 in tutto il corpo e hanno forma e dimensioni diverse. I più grandi sono fatti da centinaia di migliaia di fibre. Quando queste fibre si rompono si parla di strappo muscolare.

La lesione muscolare può avvenire dopo una contusione (trauma diretto) oppure durante la contrazione in allungamento del muscolo (trauma indiretto). Lo strappo può essere più o meno grave a seconda della quantità di fibre danneggiate. La gravità del danno è valutabile clinicamente ma soprattutto attraverso l’esecuzione di esami diagnostici strumentali (ecografia o RMN), che permettono di individuare la localizzazione e l’entità della lesione.

Lo strappo muscolare si verifica quando viene richiesto al muscolo uno sforzo in allungamento che non è pronto a fare. Può non essere pronto perché non è adeguatamente allenato, perché non è stato sottoposto al giusto riscaldamento oppure perché inizia a farsi sentire la stanchezza a fine allenamento. Questo avviene più frequentemente durante l’attività sportiva massimale, a causa di una brusca contrazione del muscolo o di uno scatto improvviso.

Lo strappo muscolare può essere di tre gradi

corda che si spezza come un muscolo durante uno strappo muscolare

Secondo la classificazione standard la gravità di uno strappo muscolare può essere di tre gradi. Per ogni grado cambiano anche i sintomi.

Strappo muscolare di primo grado: le fibre danneggiate sono poche. La leggera lesione consentirebbe alla maggior parte delle persone di proseguire l’attività fisica. È meglio tuttavia interromperla e non ignorare il dolore, anche se lieve. In questi casi lo strappo guarisce da solo nel giro di circa due o tre settimane. Sono comunque consigliati un accertamento e una visita specialistica per conoscere la prognosi ed evitare di rischiare una ricaduta riprendendo l’attività fisica troppo presto. È importante valutare se a predisporre l’infortunio è stata una mancanza o imbalance (squilibrio) di forza.

Secondo grado: il numero di fibre lesionate è maggiore, il dolore è forte, c’è la formazione di un ematoma che nella maggior parte dei casi è visibile. Chi lo subisce non riesce a continuare l’attività che stava praticando. In questo caso diagnosi e trattamento riabilitativo sono necessari per riportare il muscolo alle normali condizioni.

Terzo grado: è la condizione peggiore, lo strappo è subtotale (almeno ¾ delle fibre) o totale. Si presentano forte dolore, ematoma ed impotenza funzionale. A questo grado lo strappo necessita di un attento percorso medico e riabilitativo per limitare il più possibile i danni funzionali. Non sempre è possibile ottenere un recupero completo.

La differenza fra distrazione, stiramento e elongazione

Strappo muscolare, distrazione e stiramento muscolare sono tutti e tre degli eventi che riguardano l’infortunio di un muscolo. Molto spesso vengono usati come sinonimi ma in realtà c’è una differenza fra i termini. Appartengono a diverse classificazioni delle lesioni muscolari.

Sia strappo che distrazione e stiramento indicano la rottura delle fibre muscolari. La differenza sta in quante sono le fibre. Si parla di distrazione muscolare quando il numero delle fibre rotte è inferiore al 5% (sinonimo di strappo di I grado).

Lo stiramento è una situazione intermedia, quando le fibre rotte sono fra il 5 e il 50% (strappo di II grado). Se le fibre lesionate superano il 50% c’è uno strappo di III grado.

Quando non c’è rottura delle fibre ma un allungamento forzato si parla di elongazione muscolare. Il muscolo viene sottoposto ad un eccessivo sforzo, le fibre non si rompono ma sono costrette oltre la loro capacità elastica.

Strappo muscolare: cosa fare e non fare subito

ghiaccio su strappo muscolare alla gamba

Ho uno strappo muscolare: cosa fare? A seconda della gravità dello strappo cambia l’approccio riabilitativo. Quello che non cambia è cosa bisogna fare subito dopo aver subìto lo strappo muscolare, ovvero in fase acuta. Per ricordarlo meglio ci vengono in aiuto due acronimi: POLICE (cosa fare) e HARM (cosa non fare!) che rientrano nella ricercata voce “strappi muscolari rimedi”.

La prima cosa da fare in caso di strappo muscolare è attuare il protocollo POLICE: Protection – Optimal Loading – Ice – Compression – Elevation:

P = Protezione: proteggere la lesione da ulteriori traumi;

OL = Optimal Loading (carico ottimale): stabilire quali movimenti e quale carico sono opportuni in base all’entità della lesione muscolare. Il riposo assoluto è consigliato solo quando il trauma è particolarmente violento e rientra quindi nel III grado;

I = Ice (ghiaccio): applicare ghiaccio con ripetizioni definite e regolari sulla zona interessata per contrastare l’infiammazione e far diminuire il dolore;

C = Compressione: comprimere il muscolo con una fasciatura;

E = Elevazione: tenere il muscolo elevato nei momenti di riposo.

Altrettanto importante è evitare fin da subito alcune azioni che potrebbero far aumentare il sanguinamento della zona lesionata. In questo caso ci affidiamo all’acronimo HARM: Heat – Alcool – Running – Massage. Queste sono tutte cose da non fare:

H = Heat (calore): non applicare calore sulla zona interessata. Questo farebbe aumentare l’infiammazione;

A = Alcool: evitare di bere bevande alcoliche perché fluidificano il sangue e accelerano il flusso sanguigno;

R = Running (corsa): evitare la corsa anche se la lesione è di basso grado se lo strappo è agli arti inferiori;

M= Massage: non massaggiare l’area lesionata. Mai mai mai.

Per ricordare c’è anche il “peace & love”

C’è un altro simpatico modo per ricordare alcune cose importanti quando si subisce uno strappo muscolare: PEACE&LOVE. In questo acronimo si ripetono alcuni concetti già visti e ne vengono introdotti alcuni di nuovi. Pensate che sia un scherzo? Continuate a leggere!

P = Protection (protezione).

E = Elevation (elevazione).

A = Avoid anti-inflammatories: ovvero evitare gli anti-infiammatori.

C = Compression (compressione).

E = Education: ricordare che il corpo si conosce, e sa mettere in atto le sue auto-difese.

&

L = Load: il dolore guida il ritorno graduale alle normali attività.

O = Optimism: un atteggiamento positivo aiuta nel recupero da un infortunio.

V = Vascularisation: fare un’attività non dolorosa ma che stimola la circolazione del sangue.

E = Exercise: quelli giusti e mirati al recupero.

Come si cura uno strappo muscolare: la riabilitazione

riabilitazione di uno strappo muscolare con il D-Wall

Strappo muscolare cura: il programma di riabilitazione per lo strappo muscolare deve essere pensato tenendo bene a mente le basi della biologia/fisiopatologia del processo riparativo. Va inoltre diviso in fasi che seguano di pari passo la guarigione del tessuto.

Abbiamo già visto qual è la prima fase, durante la quale applicare i protocolli POLICE e HARM.

Passata la fase acuta il fisioterapista comincia subito con un rinforzo specifico progressivo indolore. Il tipo di rinforzo si baserà anche sull’attività o lo sport del soggetto. Inoltre terrà sempre conto della necessità di proteggere il tessuto leso.

Fin da subito è bene anche iniziare con il mantenimento cardiovascolare e con esercizi del Core per aumentare la stabilità prossimale ed evitare recidive. Detto più semplicemente si allenano anche i muscoli profondi della schiena e dell’addome che hanno il compito di dare stabilità ai movimenti delle articolazioni degli arti.

Nel proseguo della riabilitazione si continuerà con esercizi di rinforzo specifici e flessibilità muscolare via via sempre più intensi fino a riallenare il gesto che ha prodotto la lesione. Nel caso di atleti si dovranno riallenare anche gli aspetti sport specifici.

Nel caso di strappo muscolare di un’atleta agonista sarà molto importante, durante tutto il percorso riabilitativo, il confronto tra il fisioterapista, lo staff tecnico e il preparatore della società. Bisogna sempre pensare in team! Tutti dovranno fare la loro parte per evitare sovraccarichi precoci e assicurarsi che il giocatore non entri in campo prematuramente.

È infine sempre consigliato un programma di mantenimento. Troppo spesso accade che appena l’atleta torna all’attività sportiva in maniera indolore si dimentica del lavoro di riabilitazione e prevenzione svolto. Dovrebbe invece tenerlo a mente e continuare ad osservare le accortezze suggerite per evitare ulteriori infortuni.

La Tecarterapia per lo strappo muscolare

macchina per la Tecarterapia

Insieme al percorso riabilitativo appena spiegato c’è una tecnologia particolarmente indicata per velocizzare il recupero di uno strappo muscolare. Si tratta della Tecarterapia.

La Tecarterapia è una terapia strumentale non invasiva che sfrutta le radiofrequenze per stimolare la guarigione dei tessuti in profondità. È particolarmente indicata per la cura di traumi sportivi.

Il fisioterapista può regolare l’intensità dell’energia trasmessa e mirare a stimolare il processo di ripristino delle fibre lesionate. È davvero utile fare questo nella fase iniziale della riabilitazione, per togliere l’edema e il dolore più rapidamente e mettere in condizione il paziente di affrontare prima possibile gli esercizi. Gli esercizi sono necessari per una completa guarigione e per la prevenzione di un’ipotetica recidiva.

Gli strappi muscolari più comuni

Come abbiamo detto è più probabile che una lesione muscolare avvenga durante l’attività sportiva. Lo sportivo agonista ma anche quello amatoriale, se non correttamente allenato, può incorrere anche in frequenti lesioni muscolari. La zona più a rischio è l’arto inferiore. Solo in minima parte lo è anche l’arto superiore.

A molti calciatori sarà capitato per esempio di avere un muscolo strappato della gamba. I più probabili sono questi due:

  • strappo muscolare coscia
  • strappo muscolare polpaccio

Lo strappo muscolare alla coscia interessa più frequentemente il bicipite femorale o il quadricipite femorale. Lo strappo al polpaccio invece solitamente si localizza nella parte bassa, vicino alla caviglia e interessa maggiormente gli atleti più “anziani”. Questo di solito avviene dopo un’improvvisa accelerazione. Anche lo strappo inguinale è abbastanza comune negli sport con molti cambi di direzione.

Una precisazione invece sullo strappo muscolare alla schiena. Anche se molti identificano così la causa del loro mal di schiena è quasi sempre un’erronea convinzione. Tantissimi pazienti dopo una forte fitta lombare si rivolgono a noi dicendo di aver subito uno strappo alla schiena. La verità è che non è quasi mai così perché lo strappo muscolare alla schiena è rarissimo. Nella maggior parte dei casi infatti scopriamo che la causa della fitta è un’altra.