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fisioterapista che fa terapia manuale

Il fisioterapista cosa fa e quando rivolgersi a lui

Un fisioterapista cosa fa di preciso e cosa cura? Qual è la differenza fra un fisioterapista e un fisiatra? In cosa consiste una valutazione fisioterapica? In questo articolo cerchiamo di dare una risposta semplice a queste domande.

Per capire il fisioterapista cosa fa partiamo dalla definizione di fisioterapia. La fisioterapia è una branca della medicina che si occupa di prevenire o curare problemi legati all’apparato muscolo-scheletrico, neurologico o viscerale.

Spesso i medici si riferiscono alla fisioterapia con il termine fisiokinesiterapia o con l’abbreviazione fkt. La fisiokinesiterapia non è altro che la fisioterapia per la riabilitazione motoria. Se dal greco fisio significa naturale, kinesi significa movimento. Quindi fisiokinesiterapia sta per terapia naturale con il  movimento.

Il fisioterapista è un operatore sanitario laureato in Fisioterapia con competenze approfondite dell’anatomia umana e delle patologie legate ad essa, in particolare muscolo-scheletriche o neurologiche. Il percorso di studi per diventare Fisioterapia prevede 3 anni di Università a cui seguono poi master e specialistiche.

È importante sapere che fin dall’inizio del percorso di studi il fisioterapista sceglie se concentrarsi sulla cura delle patologie ortopediche dell’apparato muscolo-scheletrico o neurologiche. È poco frequente che lo stesso fisioterapista nella sua carriera si occupi di entrambi. Quindi il paziente che vuole rivolgersi ad un fisioterapista deve prima di tutto accertarsi che sia specializzato nel tipo di patologia che lo interessa.

A cosa serve il fisioterapista?

fisioterapista esegue tecar terapia

Abbiamo visto che tipo di competenza ha un fisioterapista, ora vediamo nella pratica cosa fa un fisioterapista e cosa cura.

Lo scopo principale del fisioterapista è sia quello di prevenire che quello di curare delle difficoltà motorie, presentatesi in seguito ad un trauma oppure dovuti ad altre cause: fisiologiche e posturali.

Il lavoro di prevenzione lo può fare quando identifica delle abitudini scorrette, spesso posturali, che in futuro potrebbero diventare patologiche. Negli atleti invece la prevenzione consiste nell’allenamento della propriocezione e nel rinforzo muscolare mirato per prevenire gli infortuni.

Nella realtà dei fatti sono poche le persone che si rivolgono al fisioterapista in un’ottica di prevenzione. Sono invece molte purtroppo, quelle che si rivolgono a lui (o lei) dopo l’insorgere di un dolore acuto oppure prolungato nel tempo e quindi dopo il manifestarsi della patologia. A questo punto si parla di cura e non più di prevenzione.

Per capire cosa si intende per “molte persone” basta sapere che, secondo la ricerca Global Pain Index,

il dolore muscolo-scheletrico affligge il 91% degli italiani, con circa 4 persone su 10 (40%) che ne soffrono settimanalmente”.

Buona parte di questo dolore è riconducibile al mal di schiena, che è anche la terza causa di assenza dal lavoro in Italia.

Per la cura della patologia il fisioterapista può praticare diverse terapie (manuali o strumentali) o lavorare in sala riabilitativa, per ridurre il dolore e far recuperare al paziente la capacità motoria. Il fisioterapista individua la terapia o le terapie più adatte in base alla causa della limitazione e segue il paziente durante tutto il percorso di recupero.

Che cosa cura il fisioterapista

trattamento di fisioterapia

I campi d’azione di un fisioterapista sono moltissimi. La prima distinzione va fatta tra patologie ortopediche dell’apparato muscolo scheletrico e patologie di origine neurologica. All’interno del primo ambito ci sono i traumi e gli infortuni, le patologie croniche e quelle degenerative, i difetti di postura. Quello che hanno in comune tutte queste patologie in genere è il manifestarsi del dolore con una conseguente limitazione nell’eseguire le attività quotidiane.

Ecco cosa cura il fisioterapista è quando è il caso di rivolgersi a lui:

  • Mal di schiena o lombalgia;
  • Sciatalgia o lombosciatalgia;
  • Cervicalgia;
  • Cervicobrachialgia;
  • Ernia del disco;
  • Colpo di frusta;
  • Lombalgia acuta o “colpo della strega”;
  • Fratture ossee;
  • Contusioni, distorsioni o lussazioni;
  • Infiammazioni articolari;
  • Riabilitazione post-intervento;
  • Riabilitazione dopo impianto di protesi;
  • Difetti di postura;
  • Scoliosi, dorso curvo, iperlordosi;
  • Traumi muscolari: strappi muscolari, lesioni o contratture;
  • Lesioni parziali o totali dei tendini;
  • Lesioni dei legamenti;
  • Sindrome del tunnel carpale;
  • Artrosi;
  • Artriti;
  • Tendiniti;
  • Epicondiliti;
  • Rinforzo muscolare;

Il fisioterapista specializzato in riabilitazione neurologica invece segue i pazienti che hanno problemi di mobilità legati al sistema nervoso. In genere quindi, pazienti che hanno avuto un ictus o un aneurisma cerebrale. Oppure con patologie neurodegenerative come per esempio il Morbo di Parkinson, la Sclerosi Multipla, la Sla, distrofie muscolari.

Qual è la differenza tra fisiatra e fisioterapista?

Per capire il fisioterapista cosa fa è anche importante capire la differenza che c’è tra fisiatra e fisioterapista.

Il fisiatra è un medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa. In quanto medico può visitare il paziente ed eseguire una diagnosi. Può prescrivere farmaci o consigliare la fisioterapia, con un’indicazione più o meno precisa del tipo e del numero di terapie da svolgere. Il fisiatra però non esegue le terapie, quello è compito del fisioterapista.

Il fisioterapista non è un medico e quindi non può rilasciare un referto con una diagnosi né prescrivere farmaci. Può però fare una valutazione dello stato fisico del paziente e, quando la sua competenza è elevata, può stabilire insieme al paziente il percorso da seguire.

In cosa consiste una valutazione fisioterapica?

valutazione fisioterapica

La valutazione fisioterapica è il primo passo per impostare un percorso di riabilitazione. Durante la valutazione il fisioterapista ascolta attivamente e conosce il paziente. Tutte le informazioni che raccoglie lo aiutano a individuare la possibile causa del problema.

Durante la prima valutazione il fisioterapista fa delle domande precise sul tipo di dolore del paziente e sulle limitazioni che questo comporta, inoltre può fare anche dei test per valutare alcuni aspetti. Dovrà inoltre conoscere la storia clinica del paziente, le sue abitudini, che lavoro fa, quale sport pratica e a che livello. Tutto questo aiuterà a contestualizzare la patologia per capire quale sarà il percorso migliore da seguire in quel caso.

Una volta costruito il contesto il professionista individua insieme al paziente quali tipi di terapia dovrà fare, quante sedute e con quale frequenza.

Le terapie che il fisioterapista può eseguire possono consistere in terapie manuali, terapie strumentali o esercizi in sala riabilitativa.

Le terapie che esegue il fisioterapista

fisioterapista esegue laserterapia

Fra tutte le terapie fisioterapiche la più conosciuta (e forse apprezzata) è la terapia manuale. Spesso viene definita anche (impropriamente) massoterapia o più comunemente massaggio, anche se tecnicamente il massaggio è quello che non ha scopi curativi ma estetici o rivolti al benessere.

Esistono moltissime tecniche e scuole di terapia manuale. Quello che le accomuna tutte è che il fisioterapista esegue la terapia senza alcuno strumento se non le sue mani. Lo scopo del trattamento manuale è in genere quello di ridurre il dolore e aumentare la mobilità. La tecnica usata varia naturalmente a seconda della patologia.

Le terapie strumentali, dette anche fisiche, sono invece terapie che sfruttano un qualche tipo di energia per la cura del paziente. Tutte queste terapie vengono fatte dal fisioterapista con l’aiuto di un macchinario. La Tecarterapia sfrutta le onde radio, la Laserterapia il laser (una luce terapeutica), le Onde d’Urto lo dice il nome stesso, la Bemerterapia il campo magnetico, l’Ipertermia Delta sfrutta il calore veicolato in profondità.

Tutte queste terapie fisiche aiutano a ridurre il dolore e l’infiammazione e a velocizzare la guarigione dei tessuti. Ogni terapia è più o meno indicata a seconda della patologia e della fase (acuta o sub-acuta). Non tutte le macchine delle terapie fisiche però sono uguali: più sono sofisticate e all’avanguardia più la terapia sarà efficace e ci vorranno poche sedute.

L’importanza del lavoro in sala riabilitativa

space curl tecnologia sala riabilitativa Magalini Medica

Infine il lavoro in sala riabilitativa è di fondamentale importanza dopo un infortunio o un intervento, per recuperare bene e anche per prevenire recidive. In sala riabilitativa si può lavorare sul rinforzo muscolare, sulla propriocezione e l’equilibrio, sulla postura e sul controllo motorio. Esistono anche in questo caso macchinari super sofisticati che rendono la riabilitazione non solo più efficace ma anche più interattiva e piacevole per il paziente.

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